Nuovi farmaci anti-obesità: non solo lotta al sovrappeso ma protezione dal rischio cardiovascolare
L’obesità è una delle principali sfide per la salute pubblica a livello globale. In particolare, è molto legata all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, compresi infarto del miocardio e ictus, e di mortalità. A livello mondiale si prevede che la prevalenza dell’obesità nel 2035 raggiungerà oltre 1,5 miliardi di adulti, determinando quindi anche un aumento di decessi correlati alle malattie cardiovascolari. Purtroppo la situazione italiana risulta in linea con questo andamento: a oggi l’11,4 per cento della popolazione vive con l’obesità e di questi l’80 per cento convive con scompenso cardiaco e frazione di eiezione preservata. La combinazione è molto pericolosa, perché può aumentare fino all’85 per cento il rischio di eventi cardiovascolari fatali, “rubando” almeno sei anni di aspettativa di vita.
L’arrivo di una nuova classe di farmaci, gli analoghi del GLP-1, sembra rappresentare un punto di svolta nel trattamento dell’eccesso ponderale in tempi brevi, insieme a notevoli vantaggi per la salute cardiovascolare e metabolica, il tutto con effetti collaterali relativamente contenuti.
Nel corso del Simposio “Innovative solutions on patient care” organizzato da Novo Nordisk all’interno del Congresso dell’Associazione medici endocrinologi (Ame), si è fatto il punto sul perché semaglutide rappresenti un nuovo paradigma nel trattamento dell’obesità.
«Stiamo assistendo a un notevole miglioramento nel trattamento dell'obesità e delle patologie correlate» commenta in chiusura del simposio Renato C. Cozzi, presidente Ame.