Mancano più del 50% dei medici e oltre due terzi degli infermieri per le cure palliative domiciliari

Il documento

Mancano più del 50% dei medici e oltre due terzi degli infermieri per le cure palliative domiciliari

di redazione

Secondo l'Oms ogni anno nel nostro Paese tra le 450 e le 540 mila persone hanno bisogno di cure palliative nel loro ultimo periodo di vita; oltre un terzo di queste presentano bisogni di complessità elevata, che richiedono l’intervento di équipe specialistiche di cure palliative nei diversi luoghi di cura.

Sono alcuni dati contenuto nel Documento di raccomandazioni della Società Italiana di cure palliative (Sicp), che propone uno standard di personale medico e infermieristico per i servizi specialistici di cure palliative che operano nelle Reti locali di cure palliative per gli adulti del nostro Paese.

Il documento, presentato giovedì 28 marzo a Milano è il frutto di oltre un anno di analisi della letteratura scientifica e delle buone pratiche italiane e internazionali e di confronto fra operatori con competenze ed esperienze specifiche e consolidate in questo tipo di cure, in assenza al momento di specifiche indicazioni da parte delle Istituzioni nazionali. 

Dal confronto di quanto proposto nel Documento di raccomandazioni con quanto emerso da una ricerca effettuata da Sicp si rende evidente che al bisogno di cure palliative specialistiche a domicilio fanno fronte circa 750 medici palliativisti, quando ne servirebbero 1.600 , e circa 1.500 infermieri (contro un bisogno stimato di 4.550. Rispetto all’assistenza domiciliare, la situazione degli hospice appare meno critica; secondo le stime della Sicp, oggi negli hospice lavorano circa 500 medici palliativisti e oltre 2.100 infermieri per 3.199 posti.

«I dati della nostra analisi, mettendo a confronto la realtà odierna delle cure palliative e uno scenario futuro di copertura del bisogno, aprono alla possibilità di una efficace programmazione sanitaria – sostiene Gino Gobber, presidente di Sicp - tenuto conto anche degli sviluppi normativi che riguardano le cure palliative promulgati nel periodo post Covid». L'auspicio, conclude Gobber, è che il documento «sia recepito dal legislatore e dai decisori, a livello centrale e sul territorio».