Obesità. Appello alle istituzioni: riconoscerla subito come malattia cronica

L'emergenza

Obesità. Appello alle istituzioni: riconoscerla subito come malattia cronica

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Immagine: Bill Branson, National Cancer Institute, Public domain, via Wikimedia Commons
di redazione
Una proposta punta a riconoscerla come malattia cronica di interesse sociale e di inserire l'assistenza per le persone obese nei livelli essenziali di assistenza. Oggi Giornata Mondiale dedicata alla malattia

Colpisce 800 milioni le persone nel mondo, che diventeranno 1,9 miliardi entro 10 anni. Costa 4,32 mila miliardi di dollari. La sua diffusione nei bambini raddoppierà entro il 2025. Nonostante ciò, l’obesità continua a non essere riconosciuta come patologia dalle istituzioni e, di conseguenza, i cittadini che ne soffrono a non godere in maniera strutturata dell’assistenza di cui avrebbero bisogno e dei diritti che dovrebbero loro spettare.

Nasce da questa situazione la richiesta lanciata alle istituzioni da un gruppo di società scientifiche e associazioni, in occasione del World Obesity Day, che ricorre ogni anno il 4 marzo: si riconosca subito l'obesità come malattia cronica e la si inserisca nei Livelli Essenziali di Assistenza per garantire un accesso equo alle cure per tutti i pazienti.

La richiesta arriva attraverso una lettera aperta presentata al ministero della Salute nel corso di un convegno dedicato alla Giornata Mondiale che, in Italia è promossa dalle società, network, fondazioni e associazioni aderenti e partner della World Obesity Federation quali la Società Italiana dell'Obesità, la Società Italiana di Diabetologia, l'Italian Obesity Network, IBDO Foundation, OPEN Italy, l'Associazione Amici Obesi, in collaborazione con EASO e ECPO. 

«Questa patologia non è solo una questione estetica o comportamentale, ma una vera e propria malattia cronica che affligge milioni di persone nel nostro Paese, con pesanti conseguenze sulla salute pubblica e sull’economia nazionale», si legge nella lettera. «Secondo i dati più recenti, il tasso di obesità è in costante aumento, colpendo adulti e bambini senza distinzioni».

Un approccio di sistema

Un’epidemia, che, in Italia, colpisce una fetta consistente della popolazione. Secondo l’Italian Barometer Obesity Report 2024, l'11,8 per cento della popolazione adulta italiana soffre di obesità e il 36,1 per cento è in sovrappeso. Tra i bambini di 8-9 anni, circa il 19 per cento è in sovrappeso e il 9,8 per cento è obeso. Inoltre, questi dati evidenziano una tendenza all'aumento dell'obesità in tutte le fasce d'età, con un impatto più marcato nelle Regioni meridionali e nelle aree economicamente più svantaggiate.

Di fronte a questi numeri, su scala nazionale e globale, è sempre più chiaro che l’obesità non può essere combattuta dalle singole persone che ne sono affette, ma richiede interventi sistemici. Non è un caso che lo slogan della giornata di quest’anno sia proprio “Changing systems, healthier lives” ( “Cambiare i sistemi, vite più sane”), proprio per sottolineare l’importanza di porre l’accento sulla necessità di introdurre cambiamenti nei sistemi, e non sulle persone.

In questo approccio si inserisce il tentativo del Parlamento di legiferare in materia. Negli ultimi anni sono state esaminate diverse proposte di legge mirate alla prevenzione e alla cura dell'obesità, tra cui la proposta di Legge n. 741 (Camera dei Deputati) a firma dell’onorevole Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo parlamentare ‘Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili’, che riconosce l'obesità come malattia cronica e la include nei Livelli Essenziali di Assistenza, e che potrebbe rendere presto l’Italia il primo Paese al mondo con una legge specifica sull’obesità.

«Riconoscere l’obesità come una vera e propria malattia e affrontarla come una priorità nazionale, a tutti i livelli istituzionali, è il principale contenuto della proposta di legge, a mia prima firma, che é stata approvata in Commissione XII alla Camera dei Deputati», ha affermato Pella. 

Per cominciare, chiamiamola malattia

«Il riconoscimento dell’obesità come una malattia cronica è un aspetto fondamentale nel contrasto a questa emergenza, che richiede il pieno supporto da parte della società e della politica»,  ha dichiarato Andrea Lenzi, presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della presidenza del Consiglio dei Ministri e presidente di OPEN Italy. «La governance a livello globale, di Paese e città è importante, ma di solito è frammentaria, bloccata in silos, spesso focalizzata sulla scelta individuale e incapace o non disposta a prendere le distanze da una forte influenza commerciale e da obiettivi politici a breve termine, motivo per cui è necessario lavorare insieme per cambiare percorso per una migliore salute umana e planetaria».

La proposta di legge ha l’obiettivo di superare queste criticità. All’articolo 1 definisce l’obesità «una malattia cronica di interesse sociale». Da ciò, discende l’inserimento della “assistenza ai soggetti affetti da obesità nei livelli essenziali di assistenza”, il suo inserimento nel Piano nazionale della cronicità e, via via, il riconoscimenti di diritti alle persone che ne sono affette.

Malattia, ma anche fattore di rischio

«È importante sottolineare che l’obesità rappresenta una vera e propria malattia e non soltanto un fattore di rischio per altre condizioni cliniche, le quali possono peraltro peggiorare un quadro di comorbidità complesso e articolato. Può essere definita come una malattia eterogenea e multifattoriale influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici», spiega Luca Busetto, vice-president for the Southern Region of European Association for the Study of Obesity. «Occorre considerare l’obesità come una malattia cronica e pensare alla prevenzione e al trattamento dell’obesità al pari delle altre malattie croniche non trasmissibili», dice.  

Allo stesso tempo, però, l’obesità apre la strada ad altre patologie. «Rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 e di numerose altre patologie metaboliche», spiega Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia e della FeSDI.

«In termini di impatto clinico e di spesa medica per il trattamento anche delle malattie che ne derivano, l’obesità rappresenta una sfida che, se non adeguatamente affrontata, condizionerà le generazioni future con importanti conseguenze negative sul sistema sanitario e sulla nostra società tutta», prosegue Rocco Barazzoni, presidente della Società Italiana dell’Obesità

«È giunto il momento di mettere in atto soluzioni di politica sanitaria e di governance clinica che siano in grado di dare risposte concrete alle persone con obesità e soprattutto che coinvolgano e siano disponibili per l’intera popolazione, al fine di aumentare il supporto e diminuire le disuguaglianze di accesso alle cure sul territorio», conclude Paolo Sbraccia, presidente IBDO Foundation. «La cura dell’obesità richiede lo stesso livello di urgenza riservato alle altre malattie non trasmissibili, per le quali un accesso equo alle cure, la centralità della persona e la presenza di risorse adeguate costituiscono un punto fermo dell’assistenza sanitaria».