Coronavirus: anziani terrorizzati, afflitti da ansia, insonnia e depressione

Il Rapporto

Coronavirus: anziani terrorizzati, afflitti da ansia, insonnia e depressione

di redazione

Sono tanto terrorizzati dal Covid da aver praticamente azzerato la propria vita sociale. Hanno paura di finire in ospedale, essere intubati e di non avere nessuno accanto al momento del trapasso. Ma la prima preoccupazione è per i propri cari che hanno paura di poter infettare. Si fidano delle Istituzioni e tendenzialmente giudicano corrette e utili le azioni e le strategie messe in atto negli ultimi mesi dal Governo centrale e dalle Regioni.

Sono alcune linee del quadro tratteggiato dal sondaggio condotto da Senior Italia FederAnziani su un campione di 645 over 65 per analizzare le paure e le difficoltà che la popolazione anziana sta incontrando in questo lungo periodo di pandemia e quale sia il livello di fiducia nei decisori politici.

Più dell’80% del campione risulta letteralmente terrorizzato dal Covid, di cui un intervistato su quattro teme di poter morire (19,8%). La paura più diffusa è quella di infettare le persone care o essere infettati dai propri familiari (38,6% del campione), seguita dalla paura di essere intubato (36,4%) e di finire in ospedale (34,7%), mentre la possibilità di morire da solo, senza i propri familiari accanto, spaventa un terzo degli intervistati (30,1%).

La pandemia ha accentuato i problemi collegati alla paura, all’ansia, all’insonnia e alla depressione di cui soffre il 42% del campione: uno su cinque ha dichiarato di soffrire più del solito di uno di questi disturbi.

La vita degli over 65 appare drasticamente cambiata dall’inizio della pandemia: il 57% ha finito col vivere questi mesi in un lockdown permanente, riducendo o addirittura azzerando la propria vita sociale. Tuttavia, nonostante le limitazioni, gli over 65 non hanno rinunciato a comunicare con familiari e amici, prevalentemente attraverso il telefono (70,5%), via WhatsApp (63,4%), di persona anche se con le necessarie accortezze (47,9%), tramite video chiamata (44,3%) attraverso i social network (11,2%) e via mail (10%).

Molte delle difficoltà incontrate in questo periodo sono legate alla gestione della propria salute, con il 6% che ha avuto difficoltà a reperire regolarmente le medicine e il 38% che ha incontrato difficoltà a restare in contatto con il proprio medico di famiglia.

Il 65,3% dei rispondenti ha dichiarato di essere affetto da malattie croniche. Tra queste le più diffuse sono le cardiovascolari (43,7%), seguite da quelle reumatologiche (19%)

Solo il 19,5% del campione è riuscito a effettuare le visite specialistiche e gli esami diagnostici che aveva programmato da quando è iniziata la pandemia, mentre il 35,2% è riuscito a effettuare le visite, ma con difficoltà e gravi ritardi, l’11,8% non c’è quasi mai riuscito, l’8,7% sta ancora aspettando di essere ricontattato.

In quasi tutti (96,6%) c'è la consapevolezza dell’importanza della vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica per gli over 60, resa ancor più necessaria dal Covid. Tuttavia il 44,2% ha dichiarato di non avere ancora ricevuto informazioni in merito e di non essere stato ancora contattato, mentre il 38,6% ha dichiarato di essere stato contattato dal medico di famiglia.

Per quanto riguarda i comportamenti da adottare durante l’emergenza, la principale fonte di informazione è rappresentata da radio, TV e giornali, sui quali fa affidamento il 44% dei rispondenti. Uno su quattro (25,8%) fa riferimento soprattutto al proprio medico di famiglia, il 12,6% allo specialista, il 9% a familiari e amici. Il 7,9% cerca informazioni sul Covid in Internet.

Elevata la fiducia nei decreti, nelle normative, nelle azioni e strategie messe in atto dal Governo centrale: sono corrette e utili al contenimento della pandemia secondo il 72,4% dei rispondenti. Altrettanto alta la fiducia nei confronti dei decisori regionali, con un 61,9% che giudica corrette e utili le normative, le azioni e le strategie messe in atto dalle istituzioni regionali.