Chirurghi in fuga dal Servizio sanitario nazionale

Il Congresso

Chirurghi in fuga dal Servizio sanitario nazionale

di redazione

«Negli ultimi anni circa 10 mila specialisti hanno lasciato il nostro Servizio sanitario nazionale, in particolar modo quelli pubblici, per andare all'estero. E una percentuale importante ha riguardato i chirurghi».

L'allarme viene dal Congresso nazionale dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) per voce del suo presidente, Pierluigi Marini, che si sta svolgendo al Centro congressi “La Nuvola” di Roma.

« Si tratta di dati davvero preoccupanti. A questa perdita importantissima e gravissima, che non possiamo permetterci per sostenere la nostra sanità pubblica – aggiunge Marini - si somma un altro fattore: i giovani non scelgono più di fare il chirurgo. Quest'anno circa 200 borse di studio sono andate perse».

Per fare il chirurgo «bisogna operare – dice il presidente del Congresso - c'è una legge che regola il corso di specializzazione in chirurgia. Basterebbe rispettare la legge, i parametri e i numeri di interventi previsti e abbattere il contenzioso medico-legale e noi torneremmo ad avere tanti bravi specialisti nei nostri ospedali. Altrimenti è un alert rosso che rischierà di portare al blocco delle attività nei nostri ospedali. È facile parlare con i diktat dell'abbattimento delle liste d'attesa: per riuscirci servono buoni specialisti, spazi di lavoro, tanta buona tecnologia e oggi faccio fatica a vedere queste cose».

Fino a mercoledì 13 settembre, 2.210 chirurghi, più di 3.800 ospiti accreditati e dodici delegazioni medico-scientifiche internazionali si confrontano su un programma che prevede in oltre 60 sessioni scientifiche e di approfondimento, 1.900 interventi e 350 contributi video e grafici.