IncontraDonna: Rendere operative le Breast Unit su tutto il territorio nazionale
Ogni paziente deve essere presa in carico da un team interdisciplinare di una Breast Unit che lavora all’interno di procedure, modalità e tempistiche stabilite dai Percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziale (Pdta): in questo modo, si può arrivare a una riduzione della mortalità del 18% per carcinoma mammario.
È questo l’appello lanciato in occasione della seconda edizione di “Cur A.R.T.E. Ascolto, Rete, Transdisciplinarità, Empatia”, promosso dalla Fondazione IncontraDonna, che si è svolto martedì 11 giugno a Roma.
[view:attributi_nodo=pubblicita}In Italia sono 194 le Breast Unit con Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale definito dalle Linee di indirizzo del ministero della Salute. Tuttavia, alcuni Pdta esistono solo formalmente e non trovano un’operatività specifica, reale e uniforme su tutto il territorio nazionale. È questo il caso del Pdta del carcinoma metastatico o di quello relativo alla terapia neoadiuvante. Il convegno ha lo scopo di illustrare in una rappresentazione quasi “teatrale” il percorso terapeutico avvalendosi dell’approccio fortemente comunicativo della metodologia della medicina narrativa. Lo “spettatore” può così apprendere cosa accade, o cosa dovrebbe accadere, durante il percorso di cura e di assistenza di una paziente. Le sessioni sono state accompagnate dalla voce narrante di Flaminia Fegarotti, attrice, doppiatrice e donna che in prima persona ha vissuto la malattia.
«Alcuni Percorsi, come quelli per la neoplasia metastatica – osserva Adriana Bonifacino, presidente della Fondazione IncontraDonna - sono solo formalmente esistenti. Rappresentano degli strumenti fondamentali per uniformare la prevenzione, l’assistenza e la gestione della paziente tra ospedale e territorio».