Tumore al seno metastatico: un nuovo farmaco può cambiare lo standard di cura

Lo studio

Tumore al seno metastatico: un nuovo farmaco può cambiare lo standard di cura

di redazione

Un coniugato anticorpo-farmaco può cambiare lo standard di cura in prima linea del tumore della mammella metastatico, evitando la chemioterapia dopo la terapia anti ormonale. In pazienti con bassa espressione della proteina HER2 (HER2-low), trastuzumab deruxtecan ha ridotto del 38% il rischio di progressione di malattia o morte e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è stata di 13,2 mesi rispetto a 8,1 con la chemioterapia standard. In pazienti con bassissima espressione della proteina HER2 (HER2-ultralow), questo parametro è più che raddoppiato rispetto alla chemioterapia (61,8% rispetto a 26,3%).

I dati vengono dallo studio di fase 3 DESTINY-Breast06 su 866 pazienti, presentato al Congresso dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), in corso a Chicago. 

«Nel tumore della mammella metastatico positivo per i recettori ormonali, dopo la terapia endocrina nelle fasi iniziali, lo standard di cura è la chemioterapia – ricorda Giuseppe Curigliano, membro del Direttivo nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - che però è associata a benefici limitati». I risultati dello studio «rappresentano un potenziale cambiamento nel modo di classificare e trattare il tumore del seno metastatico – sostiene Curigliano - poiché abbiamo la possibilità di utilizzare trastuzumab deruxtecan precocemente nel trattamento del tumore del seno metastatico HR+ e di impiegarlo in una nuova popolazione di pazienti con malattia metastatica, che precedentemente non ha potuto beneficiare di un farmaco mirato dopo la terapia endocrina».
In Italia, nel 2023, sono stati 55.900 i nuovi casi di carcinoma mammario. Il sottotipo più comune è quello positivo per recettori ormonali (HR+) e HER2-negativo, che rappresenta il 70% del totale. Si stima che circa il 60%-65% dei tumori al seno HR positivi - HER2 negativi sia in realtà HER2-low e, potenzialmente, un ulteriore 25% possa essere HER2-ultralow. 

«I progressi nella cura di questa neoplasia negli ultimi anni sono stati davvero molto importanti – sottolinea Francesco Perrone, presidente Aiom - e la cronicizzazione è una realtà per un numero significativo di pazienti. L’innovazione consente di offrire terapie in grado di migliorare la sopravvivenza a lungo termine, con un ottimo controllo della malattia»

Trastuzumab deruxtecan «ha un ruolo definito per i pazienti con tumore del seno HER2-low metastatico pretrattati, come determinato dai risultati dello studio DESTINY-Breast04, presentati in Sessione Plenaria lo scorso anno all’ASCO» ricorda infine Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom.