Tumore dello stomaco, oltre 15 mila nuove diagnosi l’anno in Italia

Il meeting

Tumore dello stomaco, oltre 15 mila nuove diagnosi l’anno in Italia

di redazione

Ogni anno in Italia le nuove diagnosi di tumore dello stomaco e della giunzione gastro-esofagea sono oltre 15 mila e l’assenza di terapie specifiche, soprattutto per gli stadi avanzati, è un importante bisogno insoddisfatto.

La ricerca scientifica ha reso disponibili nuovi farmaci che rappresentano una grande speranza per malati e caregiver. Bisogna però rendere sostenibili sia i costi dei test diagnostici sia quelli per le cure stesse.

Di questo si è parlato giovedì 13 giugno a Roma durante un Expert Meeting sulla patologia oncologica promosso e realizzato da ISHEO (Integrated Strategies for Health Enhancing Outcomes) che rientra nel progetto Target Therapy Networks, realizzato con il contributo non condizionante di Astellas Pharma.

«Di solito la sintomatologia si manifesta soprattutto negli stadi avanzati della malattia – spiega Carmine Pinto, direttore dell'Oncologia medica dell’Ausl di Reggio Emilia - e ciò comporta diagnosi quasi sempre tardive. Dopo anni di stallo iniziamo a riscontrare significativi progressi grazie all’introduzione di innovativi regimi di terapia. Risulta indispensabile l’accesso, per i pazienti, a un adeguato testing di campioni tumorali affinché si possa effettivamente ottenere anche le nuove cure».

Il carcinoma dello stomaco è il quinto tumore maligno più comune al mondo nel 2020 e rappresenta la quarta causa di morte per cancro. In Italia le persone che vivono con una diagnosi sono più di 82 mila.

«Affrontare e convivere con una malattia così importante è estremamente difficile, sia per il paziente che per il caregiver - sottolinea Claudia Santangelo, presidente dell’Associazione pazienti “Vivere senza stomaco, si può” - e la nostra Associazione fornisce utili informazioni in modo tale da rendere maggiormente consapevoli i pazienti nella scelta del proprio percorso di cura».

«I costi reali di un singolo paziente possono essere diversi dalla somma delle risorse rimborsate dal Servizio sanitario sulla base delle tariffe riconosciute» osserva Davide Integlia, General Manager di ISHEO.

«Se la differenza tra costi assorbiti e quelli rimborsati è elevata – aggiunge - essa può costituire un ostacolo reale all’accesso effettivo alle nuove terapie».