Tumori: qualità di vita poco “misurata” nella pratica clinica

La Conferenza

Tumori: qualità di vita poco “misurata” nella pratica clinica

di redazione

Solo nel 40% degli studi clinici su terapie innovative anti-cancro in cui vi è un vantaggio della sopravvivenza libera da progressione è dimostrato anche un miglioramento della qualità di vita. E non vì è dubbio che sulla qualità di vita incida anche la situazione economica. Non per nulla, dunque, la Società europea di oncologia medica (Esmo), nelle linee guida sui PROs (patient-reported outcomes), cioè gli esiti di salute valutati direttamente dal paziente e basati sulla sua percezione della malattia e del trattamento, ha recentemente pubblicato il primo “Consensus statement” su una delle condizioni che influiscono sulla qualità di vita: la tossicità finanziaria. Il documento, frutto del lavoro di diciannove esperti di undici Paesi, è stato illustrato nella Conferenza nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) che si è aperta venerdì 21 giugno a Bologna, dedicata proprio ai PROs.

L’Italia, sostiene Francesco Perrone, presidente Aiom, uno degli autori del “Consensus statement” dell'Esmo, «è all’avanguardia in Europa nella valutazione delle difficoltà economiche dei pazienti colpiti dal cancro. È nato in Italia, infatti, il questionario PROFFIT, il primo strumento per misurare la tossicità finanziaria che sia stato sviluppato in un servizio sanitario pubblico e universalistico». Ora, prosegue, «anche Esmo ha redatto un documento che raccoglie 25 diverse “dichiarazioni” per rispondere a tredici domande sulla tossicità finanziaria in ambito oncologico. L’obiettivo è sensibilizzare i clinici, perché vengano adottati strumenti idonei per misurarla, analizzarne le cause e, se possibile, proporre soluzioni concrete». Perrone ricorda che è già stato dimostrato che i problemi di natura economica determinano una riduzione della sopravvivenza, con un rischio di morte più alto del 20%, anche in un servizio sanitario universalistico come il nostro. In Italia, sottolinea ancora il presidente Aiom, ogni paziente oncologico è costretto a spendere oltre 1.800 euro all’anno di tasca propria per spese che vanno dal costo dei mezzi di trasporto e di farmaci supplementari o integratori, alle visite specialistiche successive alla diagnosi. «Si tratta di condizioni che possono causare problemi economici – sottolinea - soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione. La tossicità finanziaria dovrebbe essere inclusa tra gli indicatori monitorati nel Programma nazionale esiti, perché è conseguenza della qualità ed efficienza della presa in carico da parte del servizio sanitario nazionale».

Ancora oggi «pochi ospedali adottano misure di monitoraggio sistematico dei sintomi da parte dei pazienti – osserva il presidente eletto Aiom, Massimo Di Maio, che ha coordinato le linee guida Esmo sui PROs – sia nella forma tradizionale cartacea che in quella elettronica da remoto. La produzione di linee guida da parte di una Società scientifica ha un valore culturale e contribuisce a sensibilizzare la comunità oncologica. Per l’implementazione efficace nella pratica clinica è necessario un importante sforzo organizzativo».

I PROs devono avere un ruolo maggiore anche negli studi clinici. Al Congresso dell'Associazione degli oncologi medici statunitensi (Asco) che si è svolto recentemente a Chicago, è stato presentato uno studio di ricercatori italiani che ha analizzato i dati di 592 sperimentazioni di fase tre pubblicati su riviste scientifiche tra il 2012 e il 2021. «Solo nel 40% dei casi in cui è stato evidenziato un vantaggio con la terapia sperimentale in termini di sopravvivenza libera da progressione, cioè di controllo strumentale della malattia evidenziato con la Tac, c’è stata anche la dimostrazione di un miglioramento della qualità di vita» rileva Di Maio. In quasi il 60% «questa prova manca – aggiunge - perché non sono emerse differenze rispetto al trattamento standard oppure il dato sulla qualità di vita non è disponibile non essendo stato analizzato o pubblicato. È compito delle Società scientifiche promuovere formazione, perché aumenti sempre più la consapevolezza dell’importanza di adottare questi strumenti di monitoraggio negli studi clinici e della tempestività con la quale i dati raccolti vengano comunicati e pubblicati».