Per la tosse non serve l’antibiotico
Assumere antibiotici non dà alcun beneficio ai pazienti con la tosse causata da un'infezione delle basse vie respiratorie inferiori. Anche per quei pazienti con un'infezione batterica confermata, il tempo di risoluzione della malattia è lo stesso, se non più lungo, se ricevono un antibiotico. Di più: i pazienti che ricevono un antibiotico tendono ad avere una maggiore gravità della malattia rispetto a quelli che lo prendono. Sono i dati che emergono da uno studio pubblicato sul Journal of General Internal Medicine.
Lo studio, condotto da ricercatori della Georgetown University, dell’University of Wisconsin e della University of Georgia, ha analizzato i dati di 718 pazienti che si erano rivolti alle strutture sanitarie a causa di infezioni respiratorie.
Complessivamente, il 29% dei pazienti aveva ricevuto almeno un antibiotico, mentre il 7,1% aveva ricevuto antivirali. A dispetto delle attese, coloro a cui è stato prescritto un antibiotico hanno avuto una tosse per un giorno e mezzo in più rispetto a coloro a cui non è stato prescritto un antibiotico (17,5 contro 15,9 giorni). Secondo i ricercatori, ciò potrebbe essere dovuto non all’antibiotico in sé, ma al fatto che i pazienti con maggiori probabilità di ricevere un antibiotico avevano già una malattia che durava da più tempo al momento della visita.
«Anche quando avevano un'infezione batterica, gli antibiotici non facevano molto di più», ha commentato il primo firmatario dello studio Daniel Merenstein, della Georgetown University.
L'unico risultato in cui gli antibiotici sembravano fare la differenza è stata nella probabilità di avere bisogno di una visita di controllo, che è stata ridotta di quasi la metà in coloro che hanno ricevuto i farmaci (14,1% contro 8,2%). Anche in questo caso, però, con buone probabilità non si tratta di un effetto dei farmaci.
«È probabile che aver ricevuto un antibiotico alla visita indice abbia rimosso un'importante motivazione per richiedere una visita di follow-up (ad esempio, per ottenere un antibiotico)», hanno scritto gli autori dello studio.
Secondo i ricercatori, lo studio fornisce importanti indicazioni cliniche. «I medici conoscono, ma probabilmente sopravvalutano, la percentuale di infezioni delle vie respiratorie inferiori che sono batteriche; probabilmente sopravvalutano anche la loro capacità di distinguere le infezioni virali da quelle batteriche», ha dichiarato uno degli autori dello studio, Mark H. Ebell, dell’University of Georgia.